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Correlazioni in Medicina



Morte improvvisa per cause cardiache nei soggetti con apnea notturna ostruttiva


Il rischio di morte improvvisa per cause cardiache nella popolazione generale ha un picco dalle 6 di mattina a mezzogiorno ed ha un nadir alle 6 di mattino.

L’apnea notturna ostruttiva è associata ad alterazioni neuronormali ed elettrofisiologiche che possono aumentare il rischio di morte improvvisa per cause cardiache, specialmente durante il sonno.

Ricercatori della Mayo Clinic di Rocester hanno analizzato il polisonnogramma ed i certificati di morte di 112 residenti nel Minnesota, che erano stati sottoposti a polisonnografia e che erano poi morti improvvisamente per cause cardiache tra il luglio 1987 ed il luglio 2003.

Da mezzanotte alle 6 di mattina, la morte improvvisa per cause cardiache si è presentata nel 46% delle persone affette da apnea notturna ostruttiva contro il 21% delle persone senza questo disturbo ( p = 0,01 ), nel 16% della popolazione generale ( p < 0,001 ) e nel 25% nella probabilità attesa ( p < 0,001 ).

Le persone decedute per morte improvvisa per cause cardiache da mezzanotte alle 6 di mattina avevano un significativamente più alto indice di apnea-ipopnea, rispetto a coloro che sono morti per morte improvvisa sempre da causa cardiaca ma in altri momenti del giorno.

L’indice apnea-ipopnea è risultato direttamente al rischio relativo di morte improvvisa per cause cardiache da mezzanotte alle 6 di mattina.

Per le persone con apnea notturna ostruttiva, il rischio relativo di morte improvvisa per cause cardiache da mezzanotte alle 6 di mattina è stato 2,57.

I dati di questo studio hanno mostrato che le persone che soffrono di apnea notturna ostruttiva hanno un picco di morte improvvisa per cause cardiache durante le ore notturne, a differenza delle persone senza apnea notturna ostruttiva e della popolazione generale in cui la morte improvvisa per cause cardiache avviene principalmente nelle ore diurne tra le 6 del mattino e mezzogiorno. ( Xagena2005 )

Gami AS et al, N Engl J Med 2005; 352: 1206-1214

Cardio2005

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